
Se c’è una cosa che proprio non mi piace è l’ossessione per il cibo. Persino la Coop, a fine raccolta bollini, ti regala gli strumenti per essere un vero chef stellato. Avete notato che, in ogni circostanza, l’argomento principale è il cibo? Anche quando si è seduti a tavola.
Ma il pane lo mangi solo integrale? Te lo fai in casa? È vero che il tonno contiene troppo piombo? Mai mangiare i latticini! Ed evitate il glutine (come sostiene Djokovic)!
Penso che tutto ciò sia davvero poco elegante e indiscutibilmente noioso. E’ un tema che non dovrebbe diventare argomento di conversazione, esattamente come le gesta dei figli o dei nipoti, le colf o la salute.

E che dire del nuovo tipo di comunicazione che ci offrono tutte le reti televisive proprio in tema di cucina e cuochi? La violenza ostentata dei grandi cuochi nei confronti dei malcapitati concorrenti è imbarazzante, inutile e abbassa ulteriormente il livello delle proposte televisive. Questi programmi sono diventati un esempio di tv spazzatura. Rimpiango il modello classico della Cucina italiana dove chi leggeva capiva cosa aveva nel piatto senza aver bisogno di una spiegazione.
Ormai sembra inevitabile che qualsiasi evento culturale sia associato a uno chef. Il Salone del Libro di Torino negli ultimi anni sembra il Salone del Gusto che, tra l’altro, ha avuto molto più successo. E poi abbondano locali dove mentre compri il libro, puoi mangiare una meravigliosa insalata d’orzo e lenticchie oppure una zuppa di farro, il grande classico. Ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, che i libri non camminano da soli e sono una mera cornice della vita di molti.
À bientôt!